Pentesilea, acrilico su tela, 60 cm x 80 cm, anno 2023
L’opera vuole generare una sensazione di vertigine, di caduta, evocata dalle forme che sembrano precipitare l’una sull’altra, come se ogni edificio, ogni finestra, ogni ombra fosse intrappolata in una danza eterna di gravità o fosse al culmine di una metamorfosi. È un invito a fermarsi e rispecchiarsi nella pesantezza delle nostre vite quotidiane, dove l’ordine e il disordine danzano in un abbraccio inestricabile, delle scelte che facciamo e degli edifici che costruiamo, sia fisicamente che metaforicamente
“Fino a che non l’hai raggiunta ne sei fuori; passi sotto un archivolto e ti ritrovi dentro la città; il suo spessore compatto ti circonda; intagliato nella sua pietra c’è un disegno che ti si rivelerà se ne segui il tracciato tutto spigoli. … Così prosegui, passando da una periferia all’altra, e viene l’ora di partire da Pentesilea. Chiedi la strada per uscire dalla città; ripercorri la sfilza dei sobborghi sparpagliati come un pigmento lattiginoso; viene notte; s’illuminano le finestre ora più rade ora più dense. Se nascosta in qualche sacca o ruga di questo slabbrato circondario esista una Pentesilea riconoscibile e ricordabile da chi c’è stato, oppure se Pentesilea è solo periferia di se stessa e ha il suo centro in ogni luogo, hai rinunciato a capirlo. La domanda che adesso comincia a rodere nella tua testa è più angosciosa: fuori da Pentesilea esiste un fuori? O per quanto ti allontani dalla città non fai che passare da un limbo all’altro e non arrivi a uscirne?”
(Italo Calvino, Le città invisibili)
Ottobre 5, 2023
Le città invisibili